
Nell’era del turismo globale e del tanto declamato overtourism, le destinazioni minori guadagnano sempre più attenzione. Luoghi, spesso lontani dalle grandi città e dalle mete turistiche tradizionali, riescono ad offrire esperienze autentiche e una connessione più profonda con il territorio, centralità di uno dei segmenti turistici più in voga: il turismo esperienziale.

Nel competitivo settore alberghiero di oggi, è fondamentale per gli albergatori utilizzare tecniche efficaci per attrarre e fidelizzare gli Ospiti.

L’attività alberghiera in Italia è stata tradizionalmente caratterizzata da gestioni di tipo familiare. L’ingresso in Italia di nuove figure di investitori e il desiderio delle catene alberghiere internazionali di trovare rappresentanza anche nel bel paese hanno però contribuito ad una evoluzione della struttura gestionale. Una delle principali novità in questo senso è rappresentata dai contratti di management. Tramite questi contratti, un operatore, spesso una catena alberghiera di richiamo internazionale, gestisce l’albergo fornendo una serie di servizi quali supervisione, prenotazioni, commercializzazione e manutenzione.

Nel ritorno al peregrinare lavorativo nella pre-fase dell’auspicato rientro alla normalità, dove il lumicino in fondo al tunnel (a detta di molti) si sta trasformando in un faro che dovrebbe condurre gli animi delle aziende impoverite ed agitate nel porto sicuro della normalità, lontano dai marosi e verso il mare della tranquillità si assiste a un cambiamento (oserei dire imbruttimento) di una parte della classe imprenditoriale alberghiera.