
Nell’attuale ecosistema dell’ospitalità, dominato da una comunicazione rapida, visuale e digitale, il rapporto tra albergatori e influencer si è progressivamente intensificato, trasformandosi da occasione di visibilità in una relazione spesso ambigua, a tratti pericolosa. I social network hanno offerto al mondo alberghiero una vetrina inedita e potenzialmente potente: una recensione su Instagram, una story ambientata nella hall, un reel girato in piscina possono, in pochi secondi, raggiungere migliaia di potenziali clienti.

Quando entri in un hotel, che sia un boutique hotel di lusso a Roma, un resort affacciato sulla spiaggia di Gaeta o un business hotel nel centro di Milano, la prima cosa che percepisci è l’armonia. Un saluto cordiale al check-in, una stanza perfettamente pulita, un profumo sottile nell’aria, un sorriso gentile al buffet della colazione. È la facciata elegante di un’industria che vive di dettagli ma che spesso nasconde dietro le quinte una realtà fatta di sacrificio, turni massacranti, vite spezzate in mille fusi orari emotivi.
Questo è un viaggio immaginario ma vero nel backstage dell’Ospitalità dove le storie non sono scritte nei dépliant ma nella pelle e nella memoria di chi lavora ogni giorno per rendere il soggiorno altrui una parentesi perfetta.
Questo è un viaggio immaginario ma vero nel backstage dell’Ospitalità dove le storie non sono scritte nei dépliant ma nella pelle e nella memoria di chi lavora ogni giorno per rendere il soggiorno altrui una parentesi perfetta.

Incastonata tra il Mar Tirreno e le propaggini meridionali del Lazio, Gaeta si presenta come un luogo sospeso tra storia, natura e spiritualità. Non è soltanto una meta balneare, ma un autentico palinsesto di epoche, popoli e tradizioni che si stratificano in ogni pietra, in ogni scorcio, in ogni sapore.

L’intelligenza artificiale non solo entra nelle nostre vite ma inizia a riscrivere le regole del lavoro e del valore economico. L’idea che sia proprio l’IA a pagarci la pensione potrebbe sembrare provocatoria eppure, nelle recenti dichiarazioni di Valeria Vittimberga, direttrice generale dell’INPS, questa visione ha assunto contorni sorprendenti di plausibilità.

In un tempo in cui il concetto di benessere ha assunto una centralità assoluta nelle dinamiche sociali e personali, la vacanza ha progressivamente abbandonato la dimensione del lusso per collocarsi nella sfera della necessità.

Nel cuore dell’Italia più autentica, lontano dai circuiti turistici inflazionati e spesso schiacciati dal peso del marketing di massa, si apre una delle regioni più misteriose e sottovalutate del Bel Paese: il Molise, dove il 19 e 20 giugno 2025 si è tenuta la prima edizione della Borsa del turismo esperienziale, alla quale ho avuto il piacere di partecipare, e dove si è riaperto il dibattito sulle reali potenzialità del territorio e al contempo, sulle lacune strutturali e organizzative che ancora ne limitano il pieno decollo.