Perché a volte è il momento di cambiare il posto di lavoro.

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Perché a volte è il momento di cambiare il posto di lavoro.

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Pubblicato da Mino Reganato in Lavoro · 2 Marzo 2024
Le dimissioni da un posto di lavoro sono una decisione alquanto importante che spesso riflettono una complessa interazione di fattori personali, professionali ed esterni. Comprendere le motivazioni che spingono le persone a lasciare il proprio posto di lavoro può offrire preziose indicazioni sulle dinamiche dell'ambiente di lavoro e sull'evoluzione delle priorità del lavoratore. Dalla ricerca di crescita e sviluppo personale alla gestione di conflitti e sfide comunicative, la decisione di dimettersi può derivare da una miriade di influenze che modellano il percorso professionale di un individuo.
 
A volte, un lavoro non offre gli stimoli mentali che desideriamo, siamo alla ricerca fortemente di nuove esperienze e sfide che ci spingano oltre i nostri limiti acquisiti, migliorare le nostre competenze con l'apprendimento e la crescita quali parti essenziali del nostro percorso professionale. Se un lavoro non offre più opportunità di migliorare le nostre competenze o di svilupparne di nuove, potrebbe essere il momento di cambiare. Quando i nostri valori non sono più in linea con quelli dell'azienda per cui lavoriamo, questo può portare all'insoddisfazione e alla sensazione di essere fuori posto e probabilmente la consegna delle proprie dimissioni potrebbe essere il passo necessario per trovare soluzioni professionali migliori. Altro elemento cruciale potrebbe scaturire da un accumulo di stress e burnout. Le responsabilità lavorative e la vita privata sono un peso al nostro benessere mentale e fisico e quindi risulta alquanto propedeutico saperle bilanciare affinché l’una non prenda il sopravvento sull’altra. Se il posto di lavoro porta a una condizione troppo opprimente, causando burnout e stress cronico, probabilmente l’ago della bilancia risulta estremamente squilibrato ed è il caso di dare priorità alla cura di sé: la vita non è fatta solo di lavoro. Quando il nostro lavoro inizia a ostacolare la nostra capacità di trascorrere del tempo con i nostri cari o di perseguire interessi personali, potrebbe essere un segno che è necessario un cambiamento per un migliore equilibrio tra lavoro e vita privata.
 
Ma le condizioni negative non si fermano qui. Ad esempio un ambiente di “lavoro tossico” può deprimere anche i dipendenti più efficienti. Se la cultura gestionale di un'azienda è tossica, genera negatività e influisce sul nostro benessere professionale. Mancanza di riconoscimenti e apprezzamenti, sentirsi sottovalutati e non apprezzati sono aspetti demoralizzanti. La gratifica morale riveste un aspetto importantissimo nei rapporti tra dipendente e proprietà, ciò soprattutto nei settori nei quali “la persona” è al centro di auspicati successi aziendali e una sua demotivazione rappresenterebbe ai fini gestionali, un harakiri disastroso in quanto il Cliente avvertirebbe tale negatività su sé stesso, come un senso di distacco e fastidio. La motivazione è come un motore che ci fa andare avanti più veloce o più lentamente in funzione del livello di passione che ci si mette, ma quando questo si affievolisce o addirittura si spegne per i motivi succitati è segno che qualcosa non va. Se ci si ritrova a trascinare i piedi per recarsi al lavoro e a contare le ore che mancano alla fine dell’orario, potrebbe essere il momento di rivalutare la condizione lavorativa e cominciare ad attuare il cambiamento.
 
Anche il mancato avanzamento di carriera per meriti professionali è un altro elemento frustrante. La stagnazione dei compiti e delle responsabilità porta inevitabilmente a considerare la giornata lavorativa monotona, creando una condizione di alienazione alle sorti aziendali. Purtroppo nel mio settore (alberghiero), tale condizione è abbastanza frequente e tale, rappresenta un limite nella vendita di ulteriori servizi “in house” al Cliente. Per fare un esempio, potrebbe risultare estremamente proficuo ed interessante poter concedere una minima percentuale al dipendente che “faciliti” la vendita di una cena al Ristorante, un trattamento alla SPA oppure anche un semplice trasferimento all’aeroporto a cura dell’albergo.   
 
In conclusione, la decisione di dimettersi da un posto di lavoro è profondamente personale e può essere influenzata da una miriade di fattori unici per ogni individuo. Riconoscendo e comprendendo le ragioni che stanno alla base delle dimissioni, sia i dipendenti che i datori di lavoro potrebbero e dovrebbero cooperare per creare un ambiente di lavoro più solidale e appagante, che favorisca la crescita, la soddisfazione e lo sviluppo professionale. Che siano motivate dalla ricerca di nuove sfide, dal desiderio di un migliore equilibrio tra lavoro e vita privata o dalla ricerca di maggiori opportunità, il cambiamento di un lavoro può comunque aprire la strada a una continua crescita personale e professionale.

 
Il segreto del cambiamento è concentrare tutta la tua energia non nel combattere il vecchio ma nel costruire il nuovo.
 
Socrate



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