
Ho scelto di pubblicare questa riflessione perché il tema tocca da vicino anche il comparto turistico e alberghiero. In questo settore, infatti, lavorano moltissimi professionisti che operano con partita IVA in regime forfettario: guide turistiche, accompagnatori, interpreti, fotografi, consulenti di marketing e comunicazione, formatori specializzati, organizzatori di eventi, agenzie incoming di piccole dimensioni, accompagnatori naturalistici, autisti NCC e perfino piccole strutture extralberghiere gestite in forma familiare.

Turismo: un baratro senza un’apparente via di uscita.
No, non è una frase a tinte catastrofiche ma una conseguenza alle tante esortazioni rimaste irresponsabilmente inascoltate da chi non ha mai dato il giusto valore al comparto turistico. E alla fine, tanto tuonò che piovve!
No, non è una frase a tinte catastrofiche ma una conseguenza alle tante esortazioni rimaste irresponsabilmente inascoltate da chi non ha mai dato il giusto valore al comparto turistico. E alla fine, tanto tuonò che piovve!

Tocchiamo oggi, un punto nevralgico dell’ordinamento scolastico che a mio avviso, ha subito nel tempo (nel caso degli istituti professionali alberghieri) un forte depauperamento di contenuti e del modello scolastico originale, creando un sensibile scollamento tra l’opera della scuola e le reali esigenze del mondo del lavoro odierno. Terrei a precisare che non nutro velleità nel generalizzare ed estendere tali situazioni a tutti i plessi scolastici nazionali in quanto ve ne sono alcuni che esprimono un’alta qualità di formazione, questo grazie soprattutto all’opera di docenti con un forte senso del raggiungimento dei risultati che trovano riscontro poi con la collocazione di studenti nel mondo del lavoro ma, il problema è evidente.