L’impoverimento da crisi pandemica

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L’impoverimento da crisi pandemica

HOTEL & TOURISM MANAGEMENT GROUP
Pubblicato da Mino Reganato in Hotel · 20 Maggio 2021
Tags: Hotelimpoverimentogestioneripartenzaimprendotoriaviaggiare
Nel ritorno al peregrinare lavorativo nella pre-fase dell’auspicato rientro alla normalità, dove il lumicino in fondo al tunnel (a detta di molti) si sta trasformando in un faro che dovrebbe condurre gli animi delle aziende impoverite ed agitate nel porto sicuro della normalità, lontano dai marosi e verso il mare della tranquillità si assiste a un cambiamento (oserei dire imbruttimento) di una parte della classe imprenditoriale alberghiera.
Sulla carta alquanto giustificata per l’enorme perdita di fatturato ma ingiustificata per l’acuirsi di un modus operandi sempre uguale e diretta conseguenza dell'imprenditore tipo “mi so tuto” si assiste a un tipo di approccio surreale.
Cosa sta succedendo dunque?
Semplicemente un tentativo di tornare alla situazione pre-covid attraverso azioni “ad sensum” senza seguire un iter programmatico il quale necessita di giusti tempi e step adeguati. La criticità oltre ad aver apportato un profondo stato di crisi ha di fatto cambiato le abitudini e le aspettative del nuovo Cliente che è alla ricerca di Alberghi “sicuri e puliti” con marchi, certificazioni, attestati e soprattutto protocolli che apportino un senso di tranquillità. Ma anche alla ricerca di nuovi servizi.
Ci vuole del tempo e soprattutto ricette giuste, scevre da operazioni frettolose che non fanno altro che allungare i tempi.
Assistiamo, durante i sopralluoghi alle strutture desiderose di ripartire, a situazioni inverosimili. Proprietà che ti contattano per poi dirti una volta giunto sul posto: “Si, ma abbiamo assoldato già il direttore, lo Chef e contattato una società XXX che ci segue sui Social Media”. Ma abbiamo comunque necessità di avere Clientela!
La voglia è forte … ma rimaniamo nel nostro “aplomb professionale”
Oppure c’è l’Albergatore che ti dice “abbiamo dato in gestione a terzi, il nostro Ristorante perché reputiamo che in questo modo vi siano minori costi e una maggiore entrata grazie al canone” La domanda sorge spontanea “Quindi avete già valutato l’operazione attraverso strumenti previsionali e contabili e siete certi che non vi sia un pericolo di decadimento dell’immagine che inevitabilmente toccherà anche la struttura ricettiva?” Risposta “No! Abbiamo sentito parlare bene dello Chef che lo gestirà”
Ripeto, la voglia è forte …
Ma spesso è frequente il considerare un progetto consulenziale sempre troppo costoso anche se il nostro gruppo propone condizioni in virtù dei risultati raggiunti.  
Ecco l’impoverimento da crisi pandemica, dove oltre all’immiserimento economico giustificatissimo per carità, assistiamo all’impoverimento qualitativo e gestionale di alcune strutture. Bisognerebbe obbligare l’imprenditoria alberghiera pandemia o non, a possedere alcuni requisiti per ottenere un possibile accreditamento per la gestione di una struttura ricettiva, proprio alla stregua di una clinica privata. Periodicamente controllato dai funzionali regionali per stabilire la genuinità e la correttezza dei servizi erogati e con il rischio di vedersi revocare l’accreditamento, qualora da verifiche effettuate siano venuti a mancare i requisiti qualitativi che hanno permesso di godere della concessione.
Pensiamo solo all’enorme danno che una struttura ricettiva potrebbe apportare al territorio di ubicazione qualora offrisse servizi scadenti e poca accoglienza! Il Cliente scontento non tornerà probabilmente più sul territorio fornendo un giudizio negativo sull’insieme e non sul singolo servizio. E coloro che invece si adoperano per fare sempre meglio? Sarebbero inesorabilmente danneggiati per colpa di questa struttura.
Ma tant’è!
E qui vi è un ulteriore impoverimento: quello culturale!



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