Il personale alberghiero: una fuga preannunciata
Pubblicato da Mino Reganato in Lavoro · 9 Settembre 2024
Tags: personale, albergo, fuga, formazione, carenza
Tags: personale, albergo, fuga, formazione, carenza
L'industria alberghiera sta
affrontando una significativa carenza di personale, con gli hotel che faticano
a coprire posizioni cruciali: dal personale di reception alle mansioni di
pulizia e cucina, i posti vacanti sono sempre più difficili da coprire.
Fattori come il boom
dell'industria turistica, i cambiamenti demografici della forza lavoro e
l'evoluzione delle aspettative degli Ospiti hanno contribuito all'attuale
carenza di personale negli hotel, marcando in modo significativo il divario tra
le reali esigenze del comparto e le politiche di sviluppo imprenditoriale e soprattutto
governativo. Salari bassi, benefits limitati e alti tassi di turnover dovuti
all'occupazione stagionale sono alcuni dei fattori economici che hanno dissuaso
le persone dal perseguire una carriera nel settore alberghiero. Tali condizioni
hanno esacerbato il problema della carenza di personale creando di fatto una
negatività mai apparsa prima e di rilevante importanza per lo sviluppo di un
settore economico chiave. È come se si smettesse di costruire macchine ed
elettronica in favore di comparti economici comunque virtuosi comparando questo
al settore turistico dove l’apporto umano rappresenta l’elemento essenziale per
la costruzione del prodotto.
Anche il cambiamento generazionale
della forza lavoro, con l'ingresso nel mercato del lavoro di un maggior numero
di millennial e della generazione Z unitamente alle preferenze per l'equilibrio
vita-lavoro, alle opportunità di avanzamento di carriera e alle condizioni del
posto di lavoro sono diventati fattori chiave per attrarre e trattenere il
personale alberghiero. Purtroppo, nelle maggior parte dei casi si assiste a condizioni
di lavoro tuttavia ancorate a falsi modus operandi che esaltano la quantità di
lavoro a danno della qualità anche per un mancato updating delle procedure che
trovano terreno fertile nel detto “abbiamo sempre fatto così”
La carenza di personale ha un
impatto diretto sull'esperienza e sui livelli di soddisfazione degli Ospiti, in
quanto gli hotel con poco personale faticano a fornire un livello di servizio
ottimale, disattendendo le aspettative del Cliente al quale si promette un
livello di servizio che per ovvie ragioni, non potrà mai soddisfare i suoi
desideri. La carenza di personale crea problemi operativi come l'aumento del
carico di lavoro per il personale esistente, il burnout, l'allungamento dei
tempi di attesa per gli Ospiti e la compromissione degli standard di pulizia e
manutenzione e ciò, favorisce problemi di conformità e rischi legali. Questo comporta
un giudizio negativo che in qualche modo contagia il territorio, colpendo
inconsapevolmente tutti gli attori della filiera (anche quelli più attenti).
Quali dunque le strategie per
affrontare e superare la carenza di personale?
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Gli hotel dovrebbero iniziare a proporre
un’offerta di salari più competitivi, benefit, programmi di formazione,
offrendo opportunità di avanzamento di carriera. In un mio articolo ho
ipotizzato anche la possibilità di incentivi meritocratici con una percentuale a
seconda del livello di contribuzione alla preparazione e alla vendita dei
servizi.
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L'implementazione di opzioni di orario
flessibile, l'utilizzo della tecnologia per una gestione efficiente della forza
lavoro, la formazione trasversale dei dipendenti e la promozione di una cultura
del lavoro di squadra e della responsabilizzazione sono soluzioni propedeutiche
al problema oltre a favorire un’offerta di servizi migliore attraverso un’efficienza
operativa ottimale.
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La tecnologia svolge un ruolo cruciale
nell'attenuare la carenza di personale nel settore alberghiero. L'automazione e
le applicazioni di intelligenza artificiale possono snellire diverse
operazioni, dai processi di check-in alle richieste di servizio in camera.
Sfruttando la tecnologia, gli hotel possono migliorare l'efficienza e fornire
un'esperienza perfetta agli ospiti con un numero inferiore di dipendenti. Per
tale motivo, è necessario che la formazione debba essere anche indirizzata
verso l’apprendimento di nuove tecnologie e l’implementazione di nuove
posizioni di lavoro devono convergere verso questo settore attraverso la
ricerca di profili professionali che abbiano dimestichezza e conoscenza tecnologica.
Basti pensare alla complessità di dati e di prezzi che una struttura
alberghiera oggi deve gestire ed è impensabile che tale compito possa essere espletato
da un receptionist.
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È importante creare condizioni di
coinvolgimento attraverso briefing periodici in una condizione di brainstorming
per settore, seguiti da momenti di convivialità (aperitivo, light lunch). Tali
occasioni permettono di far sentire il lavoratore, compartecipe all’obiettivo
aziendale; uno sprone naturale che migliora la partecipazione al processo
operativo e qualifica certamente il servizio all’Ospite.
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La formazione è fondamentale per
combattere la carenza di personale negli hotel. Grazie all'aggiornamento, gli
hotel possono ricoprire internamente ruoli critici, ridurre i tassi di turnover
e garantire una forza lavoro più competente. Le iniziative di formazione
adattate alle attuali tendenze del settore e alle aspettative degli Ospiti sono
essenziali per soluzioni sostenibili. Bisognerebbe riportare come elementi di
studio e di approfondimento, le soluzioni adottate da altre strutture
alberghiere quali esempi collaudati per scongiurare la carenza di personale,
studiandone gli effetti al fine di plasmarli alle proprie esigenze.
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Incoraggiare la mentorship e fornire
chiari percorsi di avanzamento di carriera sono strategie fondamentali per
trattenere i dipendenti dell'hotel in mezzo alle sfide del personale.
Promuovendo una cultura di apprendimento e crescita continua, gli hotel possono
aumentare la fedeltà, la motivazione e le prestazioni dei dipendenti. Investire
nello sviluppo professionale dei dipendenti è un approccio proattivo per
affrontare le carenze di personale.
In ultimo, lasciatemi una personalissima
considerazione, ovviamente non diretta alla totalità dei destinatari, comunque
a un buon numero di questi. Il nostro Paese conta circa 64mila attività di
alloggio (affittacamere, hotel, alberghi, villaggi turistici, resort, etc.) con
una presenza considerevole di imprese individuali (40,5%) alimentata dal
settore extralberghiero. Quindi una maggioranza evidente di strutture sulla
carta, non facenti parti di gruppi organizzati dove più è presente un tipo di
gestione cosiddetta familiare, non fortemente incline a cambiamenti aziendali e
rimasti staticamente al detto “abbiamo sempre fatto così” di infausta efficacia.
Tale comportamento, come già precedentemente riportato, costituisce un pericolo
per tutto il territorio di ubicazione, in quanto il giudizio negativo da parte
dell’Ospite il più delle volte si riversa su tutto il contenitore (ricettivo,
ristorativo etc.). A mio avviso una delle soluzioni potrebbe essere l’obbligo
di formazione con crediti per tutti gli attori del comparto con periodici
aggiornamenti al fine di mantenere lo status di professionista del settore, ciò
comporterebbe una visione decisamente più attuale del modo di gestire una
struttura ricettiva e probabilmente una condizione che limiterebbe la fuga degli
addetti ai lavori.
Solo gettando il seme del “faire
savoir” si arriva all’agognato “savoir faire”
Mino Reganato
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