Al via la certificazione per la professione di direttore d'albergo ...ma non è sufficiente !
Pubblicato da Mino Reganato in Hotel · 12 Settembre 2019
Sono alquanto critico con questa iniziativa, peraltro già conosciuta ante pubblicazione alle platee. La certificazione ha un valore nullo se le proprietà (in larga maggioranza di strutture indipendenti) possono assoldare tali figure professionali liberamente, senza obbligo alcuno.
A seguito di alcuni articoli relativi alla mia proposta apparsi su diversi magazine del settore alberghiero, ricevo spesso, considerazioni fortemente dubbiose relative alla necessità di abilitare (meglio che certificare) i direttori d’albergo e obbligare le proprietà ad avvalersi di questi. Qualcuno ritiene che l'abilitazione non renda un professionista tale. Ovviamente nessun può asserire che coloro che sono “abilitati” siano tutti bravi, sarà difatti il mercato che provvederà a una selezione naturale in virtù di una manifesta bravura ma almeno diamine, abbiamo la certezza che il professionista "...non arrivi dalla strada". E comunque opterei per il costante aggiornamento obbligatorio con l'acquisizione di crediti formativi per mantenere l'abilitazione.
A mio avviso ciò arresterebbe la propensione degli albergatori ad assoldare in alcuni casi, degli “Yes Manager” o "direttori di altro" con competenze scadenti e per questo propensi ad accettare tutto (aspetto economico e continue ingerenze "padronali") Basti pensare che in Italia solo il 4,1% degli alberghi è di catena, contro il 40% del Regno Unito, il 28% della Spagna, il 23% della Francia e l’11% della Germania. Quindi una vasta percentuale di alberghi sono in mani private, di imprenditori perlopiù provenienti da settori differenti i quali differenziano il proprio business, buttandosi nel comparto da sempre elemento trainante dell'economia nazionale con in testa un berretto da comandante e mai d'armatore.
Pseudo direttori, praticamente paravento dell'imprenditore “mi so tuto” che usurpano il posto di lavoro ai danni di professionisti che invece rimangono a casa. Ne ho conosciuti molti nella mia temporanea carriera nei Tour Operator (12 anni) con serie difficoltà nell'interpretare i contratti di collaborazione tra hotel e T.O.
Eppoi:
– nel settore dei viaggi, la figura di direttore tecnico è obbligatoria se si vuol aprire un’agenzia di viaggi.
– nel settore delle visite guidate, la figura della guida turistica è obbligatoria se si vuol proporre una visita ad un monumento di interesse storico e/o artistico
– nel settore dei tour itineranti, la figura dell’accompagnatore turistico è obbligatoria se si vuol proporre un servizio di accompagnamento con la spiegazione delle aree di interesse durante il tragitto.
Perché in questi tre comparti, le figure di riferimento devono obbligatoriamente essere abilitate o certificate e soprattutto presenti per tenere aperta l'attività mentre nel settore alberghiero dove a mio avviso la gestione dell’operatività richiederebbe effettivamente delle conoscenze certificate non è richiesto? Tutti possono essere direttori d’albergo. E non mi si dica che l’esperienza potrebbe sopperire a tale requisito ! (ricordiamoci della necessità di uno svecchiamento delle procedure)
Personalmente sono in possesso di due abilitazioni, quella di direttore tecnico di agenzia di viaggi e quella di accompagnatore turistico, ambedue ottenute a seguito di un esame (scritto e orale) e credete, non assolutamente il solito “esame assistito”. E’ bene rammentare le materie d’esame che per la certificazione del direttore tecnico di agenzia di viaggi sono: contabilità generale, conoscenza almeno di una lingua straniera, legislazione tributaria, diritto del lavoro, comunicazione e marketing, organizzazione del viaggio, tecnica valutaria ed assicurazioni, legislazione turistica nazionale ed internazionale, elementi di diritto commerciale, impresa turistica, contratti di rilevanza turistico-alberghiera, disciplina dei trasporti, titoli di credito, norme valutarie, norme doganali, disciplina delle agenzie di viaggio e turismo, politiche per lo sviluppo del turismo, geografia turistica nazionale ed internazionale, legislazione nazionale, legislazione regionale e delle province autonome.
E’ chiaro che tale abilitazione obblighi ad erudirsi di fondamento su argomentazione relative alle materie succitate (che non sono poche), alla stregua di un avvocato, di un dottore, di un architetto, di un geologo, di un ingegnere, tutte professioni di responsabilità che necessitano di una certificazione ufficiale per dimostrare che si è a conoscenza di tecniche di base per operare. Quindi, fino a prova contraria, tale passaggio è obbligato e non crea peraltro presunte “caste”. Eppoi ciò fornirebbe al settore alberghiero, dei professionisti aggiornati, “svecchiando” non di poco il modus operandi, oggi, anni luce dietro alla media internazionale.
Concludendo, non si ritiene giusto che bisognerebbe salvaguardare le posizioni di un professionista dalla tendenza di cui sopra ? Ai fini della salvaguardia dell’hotellerie italiana, non è ciò una catastrofe ? Il comparto non può e non deve essere il refugium peccatorum di chi non trova collocazione nel settore di origine.
Attraverso la mia Associazione (AIRA - Associazione Italiana Impiegati d'Albergo) di cui mi pregio esserne il Vice Presidente Nazionale per il Sud, cerco di rappresentare nei giusti siti quanto succitato, per la giusta riconoscenza di una professione (che è anche la mia) costantemente bistrattata e non alla stregua di pari attività con differenti condizioni di stimabilità proprio per i passaggi obbligati.
Orsù riflettiamo !
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